martedì 15 gennaio 2008

Ocean Songs


Altro disco che sto ascoltando molto. Lo avevo sentito in rete, ma ora mia sorella lo ha comprato a NYC ed ora via ad ascoltarlo...


Il post-rock americano è la "musica della metropoli", cervellotica e alienata, e quella dei Dirty Three è la colonna sonora di spazi sterminati e deserti, come quelli d'Oceania. Ma è anche musica per stati d'animo. Navigando a bordo del loro vascello, si perde ogni contatto con la realtà e si scivola presto in una dimensione contemplativa.
Le "Ocean Songs", infatti, trasudano un lirismo fatato che ha il sapore agro della salsedine e le tinte fosche degli abissi. È come se tra le note scrosciassero le onde, soffiasse il vento, cantassero i gabbiani e le sirene. Inevitabile, dunque, lasciarsi sopraffare da quella malinconia che prende chi si trova a navigare sugli oceani o a contemplare il mare dalla riva, possibilmente al tramonto.
Un disco intenso e commovente, ben lontano da tanti polpettoni strumentali degli anni Novanta.

Di solito metto delle foto prese dalla rete per il mio blog, nonostante mi piaccia molto fare fotografie, ma questa volta ne volgio mettere una delle mie fatte durante un concerto dei dirty three al circolo degli artisti di Roma.


















Tracklist
  1. Sirena
  2. The Restless Waves
  3. Distant Shore
  4. Authentic Celestial Music
  5. Backwards Voyager
  6. Last Horse on the Sand
  7. Sea Above, Sky Below
  8. Black Tide
  9. Deep Waters
  10. Ends of the Earth

0 commenti: