lunedì 3 dicembre 2007

In Rainbows




















Oggi leggendo la Repubblica ho visto che il leader dei Radiohead, Thom Yorke, ha parlato del successo della vendita in download del loro nuovo album al prezzo stabilito dall'acquirente. York dice "Non è vera la notizia secondo la quale il 70% non ha pagato. I dati li conosciamo solo noi, la prima settimana ci sono stati un milioneduecentomila download, ad una media di sei euro l'uno (circa il 50% ha pagato zero). Hanno detto che è stata una scelta radicale, ma date le circostanze era l'unica possibilità. Quando hai finito di registrare un disco, se vuoi farlo arrivare subito all'ascoltatore non hai altro mezzo che la rete", ha spiegato Yorke. "Il nostro scopo era quello di dimostrare che non c'è bisogno di tutte queste infrastrutture per far arrivare la musica alla gente. Il processo industriale serve solo a sottrarre guadagni agli artisti e a rendere il disco sempre più costoso. Un tempo l'industria lavorava per far conoscere i giovani artisti, oggi invece le major tendono a eliminare chi non ha un riscontro commerciale immediato".
Yorke ha parlato anche del rapporto con la loro vecchia etichetta: "Con la Emi non abbiamo mai avuto grossi problemi. Ci hanno sempre lasciato ampia libertà. Il nostro non è un gesto contro le persone con cui abbiamo lavorato, ma contro un sistema di acquisti e fusioni che ha portato alla creazione di queste maledette multinazionali. E nessuno si è preoccupato di venirci a raccontare quel che è successo, come se la cosa non riguardasse anche noi. Non siamo fottute scatole di biscotti!".
Il nuovo disco dei radiohead è bello e ritengo che la loro filosofia è ancora più bella.
Ormai l'industria musicale è diventata inaccettabile.



0 commenti: